Notti notturne

mercoledì 24 agosto 2016

Un uomo e il suo toupè: Trump!

Parrucchini
spaventosi

        di Matteo Tassinari
Il terrore in America, quindi nel mondo, è un parrucchino. Detto anche Toupè, è un oggetto di straordinaria importanza nella vita di tutti i giorni, specialmente per un uomo con l'agenda coma d'impegni. Biondiccio, spettinato, senza regole, bastardo dentro, isolato da molti repubblicani stessi, anarchico e imperatore. Il proprietario è tipo alla texana, salsicce, grill, gratinè, ali di pollo come se piovessero rane dal cielo per cuocere anche quelle. Chioma populista, priva di shampoo e con una carica reazionale extralarge.
Ha partecipato alle primarie per le presidenziali USA, conseguendo il maggior numero di parrucchini delegati, diventando così il parrucchino più potente del partito. Trump, ha impostato la campagna elettorale su intransigenza e figa, libero utilizzo delle armi e pena di morte come metodo per decimare la delinquenza.
Modello consigliato ai fanatici delle armi
La campagna elettorale in Ohio, Virginia e nell'Indiana, del Parrucchino più cazzuto d'America, migliaia di cartelli riportavano la seguente frase: "Un uomo, la sua pistola!". Il parrucchino vede sempre l’altro lato della medaglia, quello che non c'è. E' un visionario. Il suo bicchiere? Sempre mezzo pieno di alopecia, per colui che la conquista del superfluo regala eccitazioni spirituali maggiori della conquista del necessario. L'uomo, secondo Trump,  è creazione del desiderio, non del bisogno.
Un'aquila di cui Trump è amante, con un colpo d'ala mette a nudo il Re











Quelli di      Trump,
sono "similcapelli"
Di capelli rosati si tratta. Preoccupato della chioma, incapace di restare ferma un momento, è corso ai ripari. La pettinatura è il primo aspetto che salta agli occhi. Si tratta di un parrucchino? Di un riporto? Il formato tricologico, così eccentrico, è naturale? Oppure è la conseguenza di un ritocco estetico mal riuscito? Forse è vittima dell'Alopecia?

 Trump dopo un'iniezione di caffeina e Peyote
Qualche tempo fa Caroline Mitgang, che ha toccato i capelli più importanti del mondo, da Reagan a Clinton, da Depp a Clooney, ha spiegato su Quartz, http://qz.com/ cosa c'è sotto e sopra i peli della testa di Trump. Una teoria sconvolgente, è quella nata da un’inchiesta giornalistica dove s'afferma che quelli di Donald, sono "similcapelli" generati dai lavori di una celebre società, la Leading Conservatives Gather For Republican Leadership Conference In New Orleanas.
Trump           non
porta             riporti
Seguendo il suo guru spirituale, Silvio, nel 2015 scende in politica candidandosi alle presidenziali, anche se lui preferisce la carica d'imperatore. A gareggiare con lui per la stanza ovale c'è Hillary, che però ha poche speranze di vincere, visto che Trump basa la sua campagna su ciò che conta per gli americani: messicani stupratori deportati, hamburger più grandi al McDonald e armi libere. "Le armi sono come i soldi, nessuno ne ha mai abbastanza. In mezzo alle armi, le leggi  e la politica devono tacere", chiosò ad un comizio in Ohio. Old bad boys! Puro dadaismo, neanche Tzara arrivò a tanta pazzia in una botta.
Ma chi mi ricorda già... Trumposconi?

I capelli di Trump













Grande istigatore alla violenza

Ma c’è chi difende il “““probabile””” prossimo Presidente. Un’inchiesta sul parrucchino: “Trump ha quella capigliatura da sempre. Quei capelli sono fitti, l’attaccatura è in evidenza, questo rende improbabile che nasconda la calvizie”. Un articolo di Stephen Conrad ha riaperto la questione: “Trump non ha un riporto, né indossa un parrucchino, ma utilizza da anni una specie di stretto copricapo agganciato ai suoi capelli e fabbricato da una misteriosa azienda specializzata in ciuffi con uffici a New York”. Il mistero s’ingrossa, direbbe John Holmes.
 L’affare         s’ingrossa, direbbe        Rocco 
Amo le donne e i pompini che mi fanno a secco
La flora pagliericcia di Trump è un corpo dissociato dal suo scalpo di cui il tenutario è orgoglioso: "Non mi sento offeso da tutte quelle barzellette sui miei capelli, sono un po’ sceme effettivamente, perché so di non essere scemo. So anche di non essere biondo", le idee chiare per Trump, sono il suo forte. In un video si nota, mentre scende dal Jet, che uno sbuffo d’aria issò il prolungato cespuglio e anche la barba che non ha. L’America, a queste parole, vibrò. Su youtube circolava un video, poi soppresso, (e noi a parlare di democrazia in Internet) che riprendeva Trump con un'aquila mentre stava girando per Time un servizio in ufficio. Dice di amare le donne, specialmente in carne, perché all'evenienza possono diventare ottimi cuscini per scendere dal proprio Jet personale.
 “Soluzionare” i capelli!
Populismo, demagogia, retorica, linguaggio viscerale come se piovesse
Soluzionare
non          è reato!




Così emerge che il Nostro è stato cliente della Ivari Transamerica Corporation. Ivari è una multinazionale che ha fatto pubblicità, ma poca, preferendo muoversi nell’ombra. Per 40 anni è stata la figura chiave di chi viveva nel mondo della politica o economia internazionale e del jet set hollywoodiano, così come tutti i soggetti interessati alla loro immagine, si mettono nelle mani del know how di Edward Ivari. Difficile trovare un personaggio più strano di quest'introvabile miliardario che si dice sia passata dalle sue mani anche l'attrice Marilyn Monroe, solo che ancora non era conosciuta e 
Trump è il karma che si vendica sull'America
che tanto ci sfottò per Berlusconi
Questo famoso ricercatore visionario al pari di Debord, ha dedicato tutta la sua vita a “soluzionare” la perdita dei capelli, con misteriosi micro cilindri, sue creazioni che permettono di ricostruire chiome o zazzere a volontà, utilizzando capelli naturali al 100% provenienti dalla “Banca Capelli Ivari”. 

Il cilindro era qui...
Semplificando molto, vale a dire ridurre tutto allo stato primordiale, i capelli di Trump, sfinito fino ad averne fin sopra i capelli, sono raggruppati in piccoli ciuffi da alcuni cilindri. Senza torcere un capello. A ciascuna ciocca è legato un filo chiamato “oggetto numero 4”, a cui è collegata una specie di “rete” o capelli artificiali che viene così agganciata al cespo naturale ormai sfinito, quello di Donald. Non c'è dubbio, Trump è uno che pensa in grande e spacca il capello in quattro pur di ottenere qualsiasi suo obiettivo.
  Gawker è una rana!
Ngù, ngù... ngù
Ma la fonte più insidiosa per l’uomo dalla feroce Alopecia, è il temuto blog Gawker.com, una sorta di “Dagospia” americana, con sede a New York e influente, al punto di definirsi come: "La fonte più autentica per ogni notizia e gossip quotidiano di Manhattan". Da anni concentra l’attenzione sulle celebrità. Fondato nel 2003, Gawker, è il principale blog del gruppo GawkerMedia.com del miliardario Nick Denton. La coi blog c fanno i miliardi. Io ne ho 5 e non vedo una lira. Cosa mi manca?
Sempre peggio eh?!
Fra gli scoop più del blog, il filmato d’iniziazione di Tom Cruise a Scientology con tanto di giuramento e iniziazione. Un  altro scoop di Gawker fu la pubblicazione di alcune email private di Sarah Palin, politica e membro repubblicana. Sconfitta alle presidenziali, è ora leader del movimento ultraconservatore reazionario razzista, il “Tea Party”. Come chiamare Birillo il serial killer Donato Bilancia. Nel palmares di Gawker, troviamo un filmato hardcore amatoriale di Eric Dane con Rebecca Gayheart insieme alla reginetta di bellezza Kari Ann Peniche. Fu una bella botta per Gawker, come la diffusione di un filmato tra il wrestler Hulk Hogan e Heather Clem (ex moglie del wrestler Todd Alan Clem, noto come "Bubba the Love Sponge"). Sempre il Blog, spiega che nel 2007, l’operazione fatta da Trump ai suoi capelli, costava circa 60mila dollari e il copricapo necessitava di manutenzioni dai 500 ai 3mila dollari ogni 15 giorni e la testa era a posto in tutti i sensi.
 Ma che vento c'è qui?
Ma che razza di vento c'è? Potevi dirlo
Il testo di una causa intentata contro la Ivari Corporation, conferma quanto scoperto già dal blog Gawker: il copricapo si allenta per la crescita dei capelli naturali (ne bastano anche una minima crescita) e poneva dei dubbi sull’applicazione stringente dei cilindri innestati tra il cuoio capelluto e la chioma, sono solo un malefico ricordo per Donald. Gawker.com, rincara la dose: “La questione di una misteriosa operazione di micro estensioni citata in una brochure di Ivari.com, che potrebbe spiegare la lunghezza del ciuffo di Trump, senza alcuna autorizzazione o riconoscimento medico o dalla farmacopea americana. C’è un brevetto? 
Si? cazzo c'è?
Personale è tutt’ora alla ricerca dei documenti top secret. Ma succede uno strano fatto. Il sito di Ivari non viene aggiornato dal 2005. I suoi uffici a New York e in California non esistono più. Gawker ha provato a contattare la società telefonando a Parigi. L’indirizzo “diceva” che era sbagliato. Ivari non ha più ricontattato Gawker per difendere la privacy dei suoi clienti. Non voglio dire che la Ivari non sia mai esistita. Fra il 1995 e il 1997, pubblicò inserzioni sul New York Magazine, però sembrava quasi costretta da chissà quale tipo d'evasione fiscale o frode amministrativa.
 Come Cesare Ragazzi:
ho una grande idea in testa!
Eccola!
Nel 1997 quando aveva gli uffici al 25esimo piano della Trump Tower, (ora il sito dice che l’ufficio di New York sta traslocando, ma la scritta è lì dal 2005) il rapporto tra le due multinazionali erano splendidi. Né Trump né Edward Ivari, hanno accettato di parlare con Gawker.com che ha sempre chiesto un’intervista almeno con Ivari se proprio Trump non vuole ritrovandosi con un diavolo per capello a causa delle sue chiazze in testa. In ogni caso, i suoi capelli vengono riconosciuti come il più riuscito connubio tra forma e funzione, da ogni università di ricerca o centro d'avanguardia sul capello. E pensare che noi avevamo un pezzo da 90 sulla materia e l'abbiamo snobbato, il mitico Cesare Ragazzi!
That filthy man!
 Trump: "imporrò la pena di morte a chi spara ad un poliziotto"
 I     messicani?
Grandi    stupratori
La teoria di Gawker è che da anni la Ivari abbia fatto perdere le proprie tracce per occuparsi quasi solo di Trump, ricco a tal punto da poter garantire all’azienda di lasciar perdere tutti gli altri clienti. Purtroppo, a seguito dell'indennizzo milionario pagato nella causa intentata da Hulk Hogan, la GawkerMedia annuncia la bancarotta. Il 18 agosto 2016, GawkerMed.com, fa sapere che il blog di punta Gawker.com, avrebbe chiuso i propri microfoni la settimana seguente.
Guarda che zazzera!
Sparare su Trump, è sparare sulla croce rossa. Troppo scemo. Sempre in canna ad alzare la posta: Gli Stati Uniti sono diventati la discarica dei problemi di tutti gli altri paesi. Quando il Messico manda la sua gente, non manda il meglio, manda persone che hanno molti problemi e portano questi problemi da noi. Portano la droga. Portano il crimine. Sono stupratori. E alcuni, suppongo, sono brave persone. Ora, per farla breve, ciò che più mi stupisce, è come e perché esistano repubblicani neri, portoricani, ispanici, musulmani, tutta gente che Trump ha insultato fino allo sputo per la durata della campagna elettorale. Voi votereste un parrucchino così?
Uno degli aerei più lussuosi al mondo

Il lusso estremo vola alto nei cieli
 *Ipse dixit*
"Qualcosa di molto importante e rivoluzionario per la società può scaturire dall'epidemia di ebola e sarebbe un'idea molto buona: niente più strette di mano! L'ebola si trasmette attraverso il contatto diretto con i fluidi corporei infetti".   (Trump dal programma televisivo The Insider, CBS)




giovedì 11 agosto 2016

La banalità dello scrivere

La banalità dello scrivere

           di Matteo Tassinari
Mettiamo in chiaro su ciò che leggerete, consapevoli del fatto che questo post mi creerà alcuni “nemici”, ognuno la pensi come vuole. E' il mio concetto basico. Che terribile, che bella, che stupore la propria misera umanità, così fragile, così povera e gentile, grande allo stesso tempo, da far paura. Non pensavo che l’umano fosse una miscela, un insieme di queste ore disperate tra tragedia e sorrisi.
 Le cose      che
fanno       male
E' opportuno specificare che coi soldi propri, ognuno di noi ci fa quello che vuole, scriverlo mi rende pure banale, ma è necessario. Ognuno è libero di sfamare i propri vizi e virtù, soddisfare i propri istinti, anche quelli come inesistenti, che non ci appartengono, ma coi soldi puoi dissetare anche l'arsura secca e acuta che non hai. Credo che il discorso valga di più, in riferimento alle cose che fanno male.
Filosofo, Benedetto Croce
Tipo la seguente "poesia" di Ali di poesia: "Impazienza, allontanati, Volontà, preparati, Ho sete di libertà, Ansia di felicità, Attendo, Non mi arrendo, Le mie energie spendo, Vivendo". Non mi rimane che ricordare ad Ali di poesia quanto disse Benedetto Croce in modo inesorabile: "Fino all'età di 18 anni tutti scrivono poesie. Dai 18 anni in poi rimangono solo 2 categorie di persone, i poeti e i cretini". E questa l’abbiamo detta.
Poi vorrei mettere in chiaro le sciocchezze invidiose, compagne inseparabili, le maestrine “sotuttoio”, consorterie, sette di taglio e cucito che si spalleggiano, più si è, e più si fa soffrire, e soffre di più chi è orripilto da queste congreghe della "conoscenza". Si tratta di persone insopportabili, che si credono geniali e le donne che si ritengono delle gran gnocche mettendo delle foto nei profili, come se fossero loro, dandosi dei nomi da super figa, tipo "Darkana", "Olimpia", "Nicole". Da adesso, metto sul tavolo anche il cinturone con tutti i proiettili pronti all'uso e verrà fuori la vanità della sciantosa ubriaca o chanteuse alcolisticamente ebbra. Che abiezione, che schifo, che senso di vomito, sentirsi crescere dentro quella stessa viltà e impotenza che ho disprezzato negli altri.
E' dai grandi tradimenti che hanno inizio i grandi rinnovamenti, dicono gli esperti. Eppure è da tempo che io, in questa fetta d'umanità, sono persuaso, per quanto consapevole, d'essere un grande traditore, un disertore di pieghe sociali dove tutto s'aggiusta se sei dei loro, una dinamica di protezionismo tra consorterie e fare soldi coi sogni delle persone illudendole. Mi spiego. Una delle categorie più inflazionate, è quella dei cosiddetti Liberi pensatori o Battitori liberi a cui cambierei il nome. Non so, tipo Autonomi Creativi o Autartico di Talento. Che dite, vi piace? Può andare?
 Il resto è      puro
Hurlyburly
Antonin Artaud
Oggi è il tempo d'una concezione rinnovata dell'umanità tutta intera che si racchiude in una "globalizzazione" delle conoscenze relative a tutte le culture, le scienze, le religioni, i saperi. Serve prendere un notes e girare il mondo. Antonin Artaud del teatro della crudeltà, si recava spesso in Messico, quasi senza denaro. Nei villaggi indios della Sierra Madre matura. Un totale distacco dal mondo occidentale. Lo affascinava il peyote (fungo allucinogeno), le danze solari e la simbiosi che gli indios manifestano con la terra e il suo doppio notturno (la luna), un approccio alla vita perfettamente spiritualista, l'unica, vera e autentica risposta al consumismo. Il resto è solo bla, bla, bla, chiacchiere! Mica si fanno i bouffè con le tartine in riva al mare per brindare all'uscita di un libro tirato lì in tutti i termini e modi.
Detto ciò, che nessuno avrà capito, entro nel dibattito. La domanda assolutamente senza doppi fini, è sempre quella: “Hai scritto un libro e vuoi pubblicarlo?”. Tanto lo sanno benissimo: gratta forte e vedrai che dalla modestia del grande uomo che si vanta d'essere "scrittore", verrà fuori la vanità della sciantosa pronta a prostituire i propri denari pur di vedere la propria firma su un centinaio di pagine da tirare contro il muro solo per la l'orribile grafica.
 Mi compro un editore
Autolobotomizzazione
Inoltre, pagare per pubblicare è come essere raccomandati o ancora più paradossalmente è pagare il tuo datore di lavoro per lavorare. Se paghi non saprai mai se il tuo libro è stato pubblicato grazie alla "bontà" del tuo testo o perché hai un la possibilità di fare tutto da solo perché hai i soldi per farlo. In pratica compri il tuo editore che ti vezzeggerà perché in te vede i soldi che possiedi e che in parte vorrebbe prenderne un pò pure lui. Quasi sempre, stampare a pagamento corrisponde all'odiosa formula della raccomandazione. Da una parte entri nel circuito vizioso della "letteratura spazzatura", ma solo alla condizione di sborsare almeno 5 mila euro, poi se il libro fa schifo non è un problema, coi soldi trovi gli "editori" che vuoi prontissimi a dirti: "Ma come scrivi bene!". Bugia, lurida bugia.
Voi, come me,     non vi
 chiamate Ian      McEwan
Il lavoro di editing è cosa seria, poco meno del testo. E' il primo aspetto che balza agli occhi del lettore, perché i destinatari sono loro, non tu che brindi alle tue parole, cenne a folgore! Se è brutto, stai certo che non lo leggerà nessuno, tanto voi, come me, non vi chiamate Ian McEwan o David Foster Wallace.  Il lavoro d'editing ha in possesso il successo del libro e nelle editoria on line mi pare che non sia preso molto in considerazione, mi pare.
Davvero! E' la grazia dello stesso, la sua anima visiva, il suo DNA palese, la prima opzione che salta agli occhi di chi lo sfoglia. Il concetto di editing includo anche la grafica, ovviamente, molto raffazzonata in quasi tutti i libri fatti. Sembrano essere tirati molto lì, senza infamia ne gloria. La domanda è sempre quella: "Hai Scritto un libro? Invialo Ora In Lettura Scadenza”,  le maiuscole ci sono davvero, non le metto io. Pensano che forse con questa "genialata" ornino e garantiscano la professionalità oltre alla qualità del "prodotto"? Niente, acqua da tutte le parti.
Ian McEwan
Quante sono le case editrici on line? Non si sa perché non lo si vuol far sapere. Ho notato che cercano di muoversi con molta tenacia e altrettanta parsimonia, non vogliono dare nell’occhio, sembrano che abbiano timore di qualcosa, ma nel silenzio delle caselle postali Gmail, Libero, una volta Yahoo e tutti gli account possibili, eccome se arrivano gli inviti a pubblicare il testo che hai nel cassetto da dieci anni, accipicchia, c’è un giro di richieste inviti, domandi, questionari, profili, complimenti per un piccolo ed orribile testo inviato che, al confronto, il mercato delle Pulci di Calcutta è l’ordine impeccabile dell’umanità.
Charles Bukowski
“L'opera da Lei inviata a noi, sarà valutata, in via autonoma, da ognuna delle realtà editoriali che aderiscono al network. Abbiamo notato un ottimo livello di struttura”. Cosa vorrà dire? Continua: "Qualora si desiderasse partecipare alle selezioni di un solo marchio tra quelli che compongono il network, è possibile utilizzare direttamente l'indirizzo e-mail della relativa casa editrice: Europa Edizoni inediti@europaedizioni.it, Gruppo Albatros inediti@gruppoalbatros.it". Oppure l'approccio improvviso, tra una pagina e l'altra del Web, compare un banner rosso con la seguente scritta (testuale): "Hai scritto un libro? Inviacelo! Mensilmente o bimestralmente la nostra casa editrice seleziona opere letterarie per la pubblicazione. I partecipanti accettano il trattamento dei dati personali ai sensi del D.Lgs 196/2003.
Ciao, caro... oggi sto bene
Inviaci i tuoi testi inediti e i tuoi dati (nome, cognome, indirizzo e recapito telefonico), entro venerdì 09/09/2016 all'indirizzo: Gruppo Albatros - Casella Postale 40 VT1 - 01100 Viterbo oppure tramite e-mail, all'indirizzo: inediti@gruppoalbatros.it. Gli autori delle opere ritenute idonee per la pubblicazione riceveranno una proposta editoriale. I dattiloscritti non saranno restituiti. Il Gruppo Albatros valuta, per la pubblicazione, opere di poesia (min. 30 componimenti), narrativa (romanzi o raccolta di racconti, senza limiti di lunghezza), o saggistica (senza limiti di lunghezza). Alè, è l'affare è fatto. L'affare è fatto per loro, grazie alla tua onesta e umana vanità di poter dire: "ho scritto un libro, sono diventato scrittore". Viviamo di questi piccoli orgasmi, il problema a lungo termine, sarà con la prostata. Lì non puoi fregare
La presentazione del sito di Officina Editoriale è impeccabile: “Perché tutto quel darsi da fare, quel muoversi, presentare, scrivere, auto promuoversi, chattare, bloggare e sognare lascia una traccia sul percorso, apre strade, crea nuove iniziative. Officina editoriale è il laboratorio AltroMondo, la memoria di quanto accade”, non è molto chiaro il messaggio, però ci fidiamo.
Tra i disturbi della personalità, si annovera il narcisismo, configurazione personale con tratti specifici in cui è importante poter distinguere tra forme di narcisismo “sano” , espressione di una buona stima di sé ed invece forme patologiche, che rivelano forti carenze nella struttura dell’Io dell’individuo
I         nuovi Dostoevskij
Ma è con Vertigo Libri opere@vertigolibri.com, networkeditoriale.it http://www.caseeditrici.eu/ che troviamo quintalate di professionalità, sempre prendendola larga, anzi larghissima: “Fondata a Roma nel 2007, intende diffondere in Italia opere internazionali di letteratura, saggistica e giornalismo contemporaneo, quest'ultimo non so che bestia sia. Avvalendosi della collaborazione di prestigiosi interlocutori editoriali” e non dice chi sarebbero questi nuovi e sconosciuti Fëdor Dostoevskij e scientifici.
Libri venduti a peso
"La casa editrice offre al lettore, in edizioni attentamente curate, le opere che definiscono le maggiori tendenze letterarie in atto in numerosi Paesi del mondo. Completano il quadro dell’attività svolta da Vertigo gli eventi, i seminari, le presentazioni e le tournée, che porteranno in Italia molti degli autori pubblicati”, caspita che giro largo prima d'arrivare al punto! Interessante notare l’anno di nascita di Vertigo, il 2007.
Guai a chi prende le "Fallaci" scorciatoie on line
Perché? In quel periodo esatto, per chi l'avesse notato, ma soprattutto per chi non l'avesse  notato, c’è stata un’esplosione improbabile di nuove case editrici online o che puoi trovare sul Web oceanico, dove stampano copie orribili, grafiche inesistenti, molto spesso prive di foto, carta bianca e leggera, ma il prezzo non lo si saprà mai, clausola che si scioglierà quando si farà una richiesta precisa e protocollata. A quel punto si fanno in 10 per convincerti che sei il nuovo Paul Benjamin Auster, Philip Roth o Peter Cameron.
“In considerazione del crescente interesse dimostrato dal pubblico italiano per la letteratura portoghese e ispano-americana, la casa editrice ha dedicato ad esse un’apposita collana, che offre un’ampia scelta di titoli non ancora tradotti nel nostro Paese”, un preciso invito a muovere le gambe, cioè gli indici che si fanno un culo pazzesco sulla tastiera che non potete capire fino a quando non scrivete un libro.
"Sono uno scrittore", facile a dirsi...
La chiosa è fantastica: “La centralità del contemporaneo nella produzione della casa editrice si manifesta anche nella scelta di opere d’inchiesta e informazione, che facciano luce sui versanti più discussi della cultura, della società, della storia e della politica a livello mondiale. Polis contribuisce a questa fondamentale impresa di chiarimento”. 
Terre di     mezzo
Ma quanto costa un libro? “Stiamo compilando una lista di case editrici per autori emergenti, disponibili a valutare (ed eventualmente pubblicare) le opere di questi ultimi. L’elenco verrà presto aggiornato, in quanto vogliamo suddividere gli editori per città, e anche per genere pubblicato: narrativa, saggistica, manualistica e poesia. Inseriremo soprattutto realtà editoriali distribuite a livello nazionale. VERTIGO EDIZIONI VIALE LIBIA 167, 00199 ROMA info@vertigolibri.com”, siete liberi di pensare quel che volete. Poi c’è Sensi, la collana riservata alla letteratura erotica. L’attenzione è qui rivolta a quei titoli che introducano elementi letterari nuovi nel panorama, talvolta manieristico, di questo genere, ma lascerei perdere.

Fai-da-te o del Self-Publishing
Ma Internet è la terra delle opportunità, del fai-da-te o del Self-Publishing. In ogni caso è la terra dei cachi che cerca di livellare il gap creato da chi offre un servizio ma lo chiude per una fruizione difficoltosa e non propriamente meritocratica, andando a mettere sul piatto strumenti e risorse poco interessanti e raffazzonate, rabberciate o arrangiate. Linguaggio più ipocrita, non era mai stato scritto o per lo meno io non l'avevo mai letto, e dire che leggo abbastanza, anche robe turche! "Così la difficoltà si ribalta. 
Altromondo, è squisito, al limite del grottesco bizzarro, strampalato e stravagante, ma sempre eccentrico, morboso no. Perché? Leggete cosa hanno scritto nel loro sito, prendendola alla 'larghissima': “Se il server diventa improvvisamente illeggibile ci sono due possibili alternative: o farsi prendere dal panico e cercare soluzioni che in realtà fanno sbattere sempre addosso a quello stesso muro, percorrere sempre le solite strade che portano ai soliti posti, o considerare il tutto una delle più grandi opportunità di rinnovamento che potessero capitare. Chi ci conosce sa che lasciamo il muro a teste ben diverse dalla nostra”. Come??? Questi partono dal Server per arrivare dove, a pubblicarti un libro con 4 o 5mila euro, prezzo medio basso, considerate le tabelle in generale.                                                                “Chiariamo, 

fermo restando...”
Peccato è sul "Chi Siamo" cade un pò lo stile dell'AltroMondo: “Chi siamo? Fermo restando che facciamo parte di un gruppo editoriale, chi ha acquisito il nostro marchio pochi anni fa ora preme verso una vera rivoluzione della nostra fisionomia e interiorità, spingendoci finalmente ad esplorare quegli Altri mondi per i quali siamo nati a suo tempo. Le nuove collane vanno a colmare questo vuoto, riportando la nostra barra a dritta...”, sembra un script estrapolato da qualche libro sacro con tutti 'sti riferimenti ad altri mondi...
Per favore, ognuno al suo posto!
 Conclude con un aforisma che neanche la paranoia metallica di Oscar Wilde sarebbe stata capace di raggiungere tanta intensità e forza, potenza, energia, vigore, vivacità, violenza, veemenza, impeto. “Il mondo di sopra e il mondo di sotto, il mondo di dentro e il mondo di fuori. L’AltroMondo”. E questi pubblicano libri a chicchessia, anche ad un operaio che arrivando a casa a sera alle sette di sera non ha molta voglia di mettersi a scrivere un libro, e se lo fa, non gli riesce sicuramente bene, per ragioni ben comprensibili.
Ho tanti libri ma non ne ho mai letto uno...
Un chiaro rigurgito sessantottino
Un’altra "casa editrice online", con umiltà, semplicità e modestia, si presenta in questo modo. “Dicono di noi tante cose, ma poche sono vere. La fantasia al potere” Alè! Un chiaro rigurgito sessantottino, non saranno brigatisti? Dei loro autori dicono in modo assai conciso: “Sono tanti e bravi”, non fa una piega. Si rivolgono a chi gli capita a tiro: “Hai un mondo da proporci? Invia il tuo manoscritto a proposte@altromondoeditore.com.
Forza firma il tuo capolavoro costato 5mila euro!
Lo valuteremo e ti faremo una proposta di pubblicazione adeguata, cucita su misura su di te”, in pratica si stanno preparando a sfruttare la tua bolla di vanità ed egocentrismo, per far quattrini con della carta. Che gentile, vorrei sapere, alla fine, quanto costano i libri e come sono fatti quelli di Proposte Altro  Mondo Editore, se si può, o sono davvero dell’altro mondo?
... e domani sarai poeta!
Vanità delle    vanità
Infine precisano, non fossero stati chiari: “Pubblichiamo tutti? No. Per proposte ad alto livello, dal budget consistente, dagli scopi ben delineati, dalla struttura finalizzata. Richiedi un contatto scrivendo una email a proposte@altromondoeditore.com e presentando sommariamente il tuo progetto o le tue richieste. Sarai contattato e insieme decideremo il da farsi”.
Ora vi presento Carcame, uno che s'incazza di brutto, il castiga matti, che per se scopre qualcuno che pubblica parole sue e costretti a staccare dal blocchetto un assegno da 5mila euro, modello base e grafica inesistente, una colata di piombo orribile. Disse il dogmatico libertario Carlo Emilio Gadda, uno che con le parole ci giocherellava come i bimbi con le biglie: “Il dirmi che una scarica di mitra è realtà, mi va bene. Ma io chiedo al romanzo che dietro questi due ettogrammi di piombo, ci sia tensione tragica, ironica e mistero attivo e perché no, anche satira tagliente”, da "I viaggi, la morte". Una domanda: siete ancora poeti?
 Vi presento Carcame, che ritiene pagare per pubblicare un libro, sono capaci tutti, pure gli analfabeti. Carcame.
 I viaggi della morte
Diventare scrittori, poeti poi non ne parliamo neppure, sono capaci in pochissimi. “Il dirmi - disse Gadda - che una scarica di mitra è realtà, mi va bene. Ma io chiedo al romanzo che dietro questi due ettogrammi di piombo, ci sia tensione tragica, ironica e mistero attivo e perché no, anche satira tagliente”, (da "I viaggi, la morte" 1958 Gadda). Sempre il dogmatico ed infinito Carlo Emilio Gadda, scrisse: "Fino a 18 anni tutti scrivono poesie. Dai 18 anni in su, rimangono solo due categorie di persone continuano a scrivere poesie: i poeti e cretini". Bukowski invece regalò per intero il suo fegato all'alcol, i polmoni li diede fumo e lo stomaco a cibarie scadute, mentre, nelle sue ore ingrate scriveva poesie dietro gli scontrini fiscali degli alcolici bevuti.
Entusiasticamente Pulp
Intenso come un gargantuesco assorbente usato e sgocciolante. Pulp, molto Pulp. Entusiasticamente Pulp. Pure troppo. In ogni caso, NO! all'editoria a pagamento. Dandy dai sapori di vitelloni. Quanti profili ho letto dove tutti erano i nuovi autori pronti per lo Strega o il Campiello, molti di loro non sanno neanche cosa sia, anche se non è poi un segreto. Povero paese di narratori a soqquadro.
  La terra dei cachi
Narratori scompaginati e privi di ogni sapienza grafica o sintattica, cose semplici, ma che per scrivere bisogna per forza conoscere per non fare flop. Nel Web, la terra dei cachi, dove tutto sembra gratis e non lo è, stanno proliferando una miriade incalcolabile, una quantità enorme di Self Pubblishing, ossia gente che di editoria non se n’è mai occupata e nemmeno c’ha mai pensato e ora fanno barche di soldi con dei libri raffazzonati e senza dignità e senza pietà. Soprattutto senza il timore di mettere in testa alla gente di scrivere bene quando non è vero. Uno poi si sente autorizzato a definirsi scrittore. 
 Con lava e fuoco
Testi da brivido, ma che prima devono sborsare, per esserlo, almeno quattro o cinque mila euro. Se le vostre parole sono belle, vi devono pagare, non siete voi a dover pagar loro, funziona così il "gioco", che tale non è. E' chiaro il concetto? E' come due più due uguale quattro. Oppure se volete prostituire la vostra creatività, pagatevi un libro da una casa editrice on line, ce ne sono una risma cavernosa nel Web, abbiamo ampiamente dimostrato. Molti scrivono e pochissimi leggono. Il problema, è che chi scrive non sa che dire, ma non vede l’ora di scriverlo. Ci sono autori che scrivono con luce, altri con sangue, con lava, con fuoco, con terra, con fango, con polvere di diamante ed infine quelli che scrivono con inchiostro. Sventurati, con inchiostro, semplicemente.