Notti notturne

venerdì 4 febbraio 2011

Perché ci dimenticammo di te?



Intervista a Maria Schneider 

Maria Schneider racconta i retroscena, non sempre entusiasti, del regista italiano. E sulla famosa scena erotica rivela: "Mi sono sentita quasi violentata. Il burro? Bertolucci e Marlon Brando mi hanno ingannata. All'inizio questi accordi non c'erano, sono saltati fuori dopo".
Un frame della cosiddetta "scena del burro" che destò l'indignazione di molti spettatori e per cui la Schneider si sentì usata dal duo





















La scena del burro

E' stata un'idea di Marlon Brando, l'ha sempre detto Maria. E Bertolucci mi disse che cosa dovevo fare solo poco prima di girarla, senza alcun preavviso. "Mi hanno ingannato. Ora, ripensandoci, mi sono sentita aggredita a tavolino, con un piano che loro due seguivano, il tutto a mia insaputa. Poi quando è arrivato il momento di girare, non ho avuto le forse per difendermi". A parlare è Maria Schneider, l'attrice che nel 1972 affiancò Marlon Brando come protagonista di "Ultimo Tango a Parigi". Il successo del film la rese, appena ventenne, il sex symbol di un'intera generazione. Ma lei, Maria, quella scena, proprio non la voleva fare. In un'intervista con il Daily Mail, la Schneider, ormai 55enne, si tolse qualche sassolino dalla scarpa, accusando Bernardo Bertolucci e Marlon Brando di averla manipolata: "Mi hanno quasi violentata", spiega "Quella scena non era prevista nella sceneggiatura. Io mi sono rifiutata, mi sono arrabbiata, ma ero giovane e dopo la minaccia che si chiudesse il set accettai e girammo quella stupida scena, che a mio avviso non tolse e non aggiunse nulla al film".


La trappola alla Schneider
Le recriminazioni di Maria Schneider, non nascevano da sentimenti di puritanesimo sessuale o perché la quasi bambina lo considerasse una sorta di tabù, non Maria, seppur piccola era già una donna. Infatti il suo distacco da quell'episodio e l'amarezza di esserne stata la protagonista, nasce da una questione di fiducia nei confronti dei propri compagni di lavoro, dal non passare in un battibaleno al ruolo di donna oggetto su cui riversare tutte le paranoie maschili e militari di Marlon Brando, che anche in questa occasione non s'è smentito in quanto a perfidia e mancanza totale di rispetto. Del resto, l'attore, non ha mai avuto un rapporto felice con il cuore altrui. Guardava molto i suoi interessi e la sfera del divertimento, la viveva patologicamente. Era spietato, si racconta, pur di spassarsela ai danni d'altri, non badava a spese, ma non sono certo qui a fare i conti morali in tasca al mattatore unanimemente considerato una delle maggiori stelle di Hollywood ed uno degli attori più carismatici e talentuosi della storia del cinema mondiale.
Brando? Grasso e sudato
Poi non avrebbe potuto dire di no. "Avrei dovuto chiamare il mio agente o il mio avvocato perché non si può obbligare un attore a fare qualcosa che non è nella sceneggiatura. Ma all'epoca ero troppo giovane, spiega, non lo sapevo. Così fui costretta a sottopormi a quella che ritengo essere stata una vera violenza. Le lacrime che si vedono nel film sono vere. Sono lacrime di umiliazione che ho sempre fatto fatica dimenticare, mi hanno segnato la vita". Per questo, dopo l'uscita del film, interruppe i suoi rapporti con il regista italiano. "Non ho ancora perdonato Bertolucci per il modo in cui mi ha trattata e anche quando l'ho incontrato a Tokyo 17 anni fa l'ho ignorato. Lo ricordo ancora bene sul set. Era grasso, sudato e ci ha manipolati, sia Marlon che me. Alcune mattine sul set era molto gentile e salutava, altri giorni non diceva niente, solo per vedere le nostre reazioni. Io ero troppo giovane, ingenua e sfruttata. Che potevo fare con due marpioni del genere? Per il film mi diedero solo 5mila dollari, mentre i loro incassi erano venti volte di più". 

Bertolucci"Sopravvalutato"

La pellicola non portò fortuna neanche alla Schneider, che, travolta dal successo, scivolò in una vita segnata dalla dipendenza dall'eroina e dall'alcol. Colpa, sostiene l'attrice, dell'immagine che Bertolucci le aveva fatto assumere in Ultimo Tango. "Ero triste perché mi trattavano come un sex symbol, ma io volevo essere apprezzata e riconosciuta come attrice. Insomma, di quell'esperienza salvo solo il mio incontro con Brando". E anche adesso che il mondo si prepara a festeggiare il 35° anniversario del capolavoro di Bertolucci, la Schneider rimane scettica. Sia sulle qualità del film sia sulle capacità di Bertolucci: "Credo che sia sopravvalutato", spiega senza mezzi termini. "Non ha più fatto nulla dopo Ultimo Tango che abbia avuto lo stesso impatto". Ed esclude categoricamente una sua eventuale partecipazione ai festeggiamenti. "Ho smesso con il cinema, almeno per ora. Adesso faccio una vita normale. Mi piace vedere gli amici, fare la spesa al mercato e cucinare. Ma - aggiunge ridendo - non uso più il burro per cucinare. Solo olio di oliva".