Notti notturne

domenica 23 settembre 2012

Calypso e banane



Ultime notizie

di Matteo Tassinari
Quello che è successo, è indiscutibilmente accaduto. Come discutere di che colore sono gli zoccoli della zoccola. Nulla, niente di tutto ciò. Inutile accapigliarsi sul presente. Semmai sul futuro, ma il presente non è più credibile. Siamo stati felici soltanto nelle epoche in cui, avidi nel nostro annientamento, con entusiasmo accettavamo il nostro niente sbucciando banane e ananas al suono equatoriale del Calypso. Oggi ci facciamo le pippe mentali perché non abbiamo fatto neanche un viaggio in Thailandia o una settimana bianca a Tropea. In tv va di moda dire "detto questo", sintesi perfetta e mai cercata, dei prodotti e derivati della politica berlusconiana, col punzone dell'abominio. Non sono un animale domestico come un gatto o un cane, sono più cannibale a dispetto di tutto quello che c'è in me dello spirito della foresta.
L'importante è non spingere
Appesi all'imene
Meglio essere un pirata che arruolarsi in marina era il motto di una parte di mondo che non centra nulla con l'Ikea, l'annientamento del gusto, lo sfracello del gusto e del designer, il pozzo senza fondo dell'originalità. Ma spesso la vita di un uomo si trasforma in un cancro per le ammaccature continue e si gonfia in una massa violacea come escrescenza in zone scomode anche a dirsi. Io ero là, dove Apicella rivelava di essere la reincarnazione di Janis Joplin. Con "Il mio Pinocchio fragile parente artigianale di ordigni costruiti su scala industriale". Stacco. Scenario sudamericano.

Della soluzione
un enigma

     Sono talmente appagato
dalla mia solitudine che il massimo appuntamento è per me la crocifissione, qualsiasi. Qui a destra c'è la Crocifissione come l'immaginò il grande pittore francese Eugene Delacroix, oltre che abile litografo e realizzatore di illustrazioni per diverse opere di ShakespeareSir Walter Scott e Goethe.
E’ vero che l’arte non insegna nulla, tranne che il senso della vita. Perché artista è soltanto chi sa fare della soluzione un enigma e Lele Mora dimostrerà la propria intonsa verginità, evidenziando l’imene intatto.
Fiero poi se ne andrà da Emilio Fede, due vecchietti che nell'arco di un paio di mesi sono passati da stati di idolatria per passare ai sottoscala. Il passo è breve, ricordate Marrazzo Governatore del Lazio sospeso perché trovato in possesso di cocaina e un trans? Non sappiamo nulla della cocaina, ma l'attrazione dei transessuali è rimasta e quando c'è l'amore io giustifico tutto. Povero Marrazzo, ma lasciatelo andare tranquillo dalle "brasilere". Solo un consiglio: mettiti il preservativo, alla fragola o limone non importa, ma non dimenticare il cappuccio. 
Vanità bicocca, cioè, carogna
Come una Bad Girls Punk Pussy della banda Cow Girl di via Olgettina, Pulzelle sgallettate con molta fuffa in bocca, denoto quanto sia profonda la ferita dell'assenza del pensiero, inteso come riferimento culturale per se stessi e come viene mescolato con disinvoltura al niente. Certo, lo sanno tutti, ma questo è un deterrente. Ormai siamo abituati più allo sconcio che al concio. Cinne targate e consumate da un finto martirio si possono vedere nei Network che sgalletano col deretano altrui dicendo che è il proprio o il nuovo talento letterario che nel suo piccolo ha già riscosso un discreto successo con 278 "mi piace". Urca. E' un gioco al massacro, che si basa sul ballo delle vanità al ribasso, a cominciare dalla mia e poi la tua è pronto il falò. Tutta la giornata proseguirà sull'onda del non sapere cosa scrivere e non vedere l’ora di scriverlo. "La vanità bicocca e carogna che non conosce gogna" dicono certuni, perché nel loro intimo pensano che poche cose al mondo sono tanto insopportabili quanto un buon esempio incorniciato. Scatole d'argento ti, regalerò!
Non è Scalfari, è Narciso


Non piacere, è libertà
Per questo ho deciso di smettere di preoccuparmi di piacere alla gente. E' un mio diritto e lo rivendico. Come ognuno dovrebbe fare: “Rivendico di non dover piacere ad alcuno!”. Il fatto è che nessuno se ne fotte ‘na mazza di te, di me, o di te o di chi vuoi. Però è liberatorio sentire che è un mio sollazzo il non piacere un cazzo. Sentirsi come un elefante in un negozio di porcellane, è il mio vero desiderio! Un cane in chiesa? Bellissimo! Non rubare ed essere iscritto al Pdl? Magnifico! Un nero alla Casa Bianca? Certamente! Ma questo c'è già. D'altra parte, chi può negare l'importanza della pelle come nostro indumento migliore e far finta di nulla? Solo allora il pallore del volto ci mostrerà fino a che punto il corpo può capire l'anima. Per il resto è sempre la stessa musica. Te la canta De André: "Ezra Pound e Thomas Eliot, fanno a pugni nella torre di comando, mentre i suonatori di calipso ridono di loro".
Dedicata a Napolitano
L'orgoglio è la "virtù" dei deboli
L'ho sempre pensato, l'orgoglio è il conforto dei deboli. Nell'arte, l’accostamento dei colori conferisce poi un preziosismo peculiare. Klimt, ad esempio, sa fondere abilmente le suggestioni giovanili dei mosaici ravennati con i fascini del decadentismo letterario francese e la psicanalisi visionaria (considerata tale per quei tempi) di Freud. Per Berlusconi, invece, e tutti coloro che l'hanno votato, l'importante è avere tante idee, anche se nessuna vissuta. Un'amalgama filamentosa per quanto tigliosa della sfera emotiva evoluta in fase botulinica. Tratto da "L'uomo di plastica", un libro bellissimo e che non so se sia mai esistito. Leggetelo. Il mio "amico", scrittore e filosofo rumeno Emil Cioran (ehhh???), avrebbe sottolineato che la vera vertigine, a quel punto, sarebbe stata l'assenza di vera follia. Di quella ne siamo strapieni, comunque grazie per il pensiero. Sapessero la felicità che mi debbono quei figli che non ho voluto sino ad oggi, 24 settembre 2013, il giorno esatto del mio 50° preautunno. Ragazzi, i giorni più belli dell'anno sono questi, non fateveli scappare. Non annusate anche voi quest'aria di ripensamento?



Il Lettore e il Fannullone

Lettore fannullone, potrai supporre senza che te ne rimbrotti la promessa, ch'io vorrei questo furetto che t'avverta che sentirai parlare di me con tua somma distruzione, vivendoti nella polposa carne. Come un tumore. Nessuno vi ha mia detto: "Lei ha un tumore". Eh, è un bel momento, vitale. Ma non mi fu dato alterare l'ordine del Creato secondo la quale ogni cosa genera eventi simili a sé. Cosa vuoi che realizzassi l'innocuo mio asettico e incolto cervello, se non l'argomentazione di un satiro di boscaglia?
E ben ciò si attaglia, che è diverso da attanaglia, a chi fu generato in carcere, laddove ogni malagevolezza è regnante e l'ingiustizia regna pregnante. Il furetto della boscaglia ha il sonno lieve, luogo delizioso, amenità delle campagne, sobrietà dei soffitti azzurri, il cicalar delle sorgenti, la serenità dell'anima, sono energia e azione a render gravide ancor le più sterili Muse e rendono folli detenuti in una bicocca spelonca, tuguri dimenticati dal sole, affinché la luce colmi l'universo di splendore. Mi berrò un pò di Mimosa per starmene un poco tranquillo nel vuoto della mia malattia che ha dato origine a varie malattie. Mi chiedo quato dovrò vivere ancora così, come un mendicante, un povero nulla facente, un inetto malato, da suo fratello tanto odiato.
Un cucchiaio di mimosa nel polsino slacciato
Dunque: lo scrittore che pubblica i suoi libri o che li ritiene comunque degni di pubblicazione, non deve confondere la propria igiene privata con l’atto di proporli alla lettura altrui. Se ciò avviene, si tratta o di una deplorevole forma di esibizionismo o di una non limpida operazione commerciale, cose entrambe che nulla hanno a che fare con la sobrietà della letteratura, solo spregevoli attacchi nel nome di Lei stessa, come le guerre in nome della religione. Lo scrittore scrive e pubblica i suoi racconti in quanto ne avverte la ragione, ma anche perché ritiene di avere qualcosa di valido da comunicare ai suoi simili. Altrimenti, dovrebbe limitarsi a scrivere per se stesso, così come per se stessi ci si dedica alle proprie necessità fisiologiche o ai feticci da noi misteriosamente coltivati. Come un uomo non è un pigro, se è assorto nei propri pensieri. Esistono un lavoro visibile ed uno invisibile. Tuttavia il problema è per chi ha una percezione ben misera chi non vede l'esplosione della sovrabbondanza nel cuore stesso e del senso della misura. Sai quali sono gli spazi più felici? Quelli creati dai libri rapitori. "E adesso ridi e ti versi un cucchiaio di mimosa, nell'imbuto di un polsino slacciato". Che abominio l'individualità vanitosa.
Altri due ottimi esempi di eccesso di narcisismo



Sogliole alla
Padovana Narcise
Infine ci sono quelli del dibattito della sogliola, chi non si perde un saggio di Toni Negri e chi si divora la Klein. Sono gli stessi che non si perdono una conferenza di Fofi o Abruzzese, quelli che fanno 30, mai 31. E sono candidi, candidi come l'acre petto squinzio. Poi si dedicano al foglio sacro La Repubblica del radical-chic Ezio Mauro, dileggiandosi nel sapere che Scalfari pensa che la vita finisca senza possibilità dell'aldilà, che il cardinale Martini crede alla fine dei tempi che la vita rientri nel grembo e Mancuso che nega che la fede in Dio sia un vantaggio conoscitivo ed etico. Lui, nel suo mondo immondo, non fa altro che ripetere queste insane sciatterie che altro non servono che nel tenerlo più imbrigliato di prima tra vecchie catene che mai lasceranno il suo cervello ormai avviato al massacro, lungo e invisibile. Il bello (che in questi casi è sempre "il brutto") è che si ripete più o meno la stessa identica cosa sotto l'egida di "Conversazioni filosofiche" da circa 20 anniSempre la stessa pappa riciclata riscaldata e ormai involuta.
Charles Péguy
Come diceva Charles Péguy le “curie clericali” e le “curie anticlericali” si trovano sempre accomunati dal loro orizzonte, che infine è un orizzonte politico e di potere. E' il solito percorso, il radicale inventa le opinioni, quando le ha sperimentate oppure no, interviene il conservatore e le adotta per usarle senza costrutto se non personale: come non sopporto la Movida dei filosofi undeground! Intellettuali inventati, intellettuali d'oggi, idioti di domani, riapplicatemi il cerebro che è sufficiente ai miei occhi, profeti molto acrobati della rivoluzione, fate attenzione a bruciare col Petrolio di Pasolini numerosi tampax per l'anima sanguinante delle sevizie dei vostri rifugi, passate il vostro tempo come lo passa il sorriso di una dentiera. Vi sono dei limiti oltre i quali l'idiozia dovrebbe essere controllata, pena, il dissoluzione in marcescenza d’ogni umanità.
Sorella Solitudine
Da ficcare il mio naso tra i denti di Umberto Eco e scaraventarlo per terra addosso a me, un gesto naturale, spontaneo, dopo tutte le cazzate sparate sulla fenomenologia di Mike Bongiorno e le sue bustine di Minerva. Eppoi mi vengono a dire che i giovani d'oggi non hanno riferimenti, meglio non averne che avere sempre quelli da 50 anni. Purtroppo la proprietà della libertà è caduta nelle mani di una società per azioni e siamo noi ad avere il pacchetto di maggioranza, ma non riusciremo mai ad uscire dai nostri gusci di noce vuoti, rimanendo tutti insieme in questa buffa solitudine solipsistica. Per il narcisista il mondo è uno specchio. Per questo sono persuaso che  non sia grazie al genio, ma alla sofferenza e solo grazie ad essa, che smetteremo di fare le marionette.